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Siccità, alluvioni e conseguenze dei cambiamenti climatici: il 17 novembre il convegno dei geologi a Catanzaro

Il prossimo 17 novembre 2017, si terrà il convegno nazionale “Acqua: analisi e gestione della risorsa tra siccità e alluvioni” organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi in collaborazione con la Regione Calabria e con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria,  presso la Sala Verde della Cittadella Regionale (Viale Europa) a Catanzaro (località Germaneto) dalle ore 9.00 alle 17.30.

Il tema centrale del convegno sarà l’acqua e le due emergenze antitetiche ad essa correlate, provocate dal climate change: da un lato la fase di grave siccità che abbiamo attraversato con l’ottobre più asciutto da fine ‘800 che ha causato gravi ripercussioni sulla produzione agricola; dall’altro le intense precipitazioni e l’aumento delle temperature, spesso al di sopra della media su vaste aree dell’Italia. A queste problematiche, gli esperti del settore insieme a personalità istituzionali cercheranno di fornire risposte concrete auspicando una corretta mitigazione del rischio, razionale e pianificata. In primis, saranno analizzati gli aspetti tecnico-scientifici e normativi sull’analisi e sulla gestione della risorsa idrica alla luce dei sempre più ricorrenti eventi estremi che aumentano il rischio di dissesto idrogeologico nel nostro Paese.
Nell’ambito della sessione “Aspetti gestioneli ed innovativi“, Maurizio Polemio interverrà con un contributo dal titolo “Risorsa idrica sotteranea,  cambiamento climatico, depauperamento, vulnerabilità, utilizzo razionale“.

Visita della professoressa Leana Esterhuizen, CUT Free State – South Africa

Ing. Maurizio Polemio, prof. Leana Esterhuizen

 

Lo scorso 25 ottobre 2017, il Gruppo di Idrogeologia, ha ospitato presso la sede dell’IRPI di Bari la prof. Leana Esterhuizen della Central University of Technology Bloemfontein, Free State, South Africa –  Department of Life Sciences (http://www.cut.ac.za )  interessata principalmente alle tematiche e attività inerenti le acque sotterranee oggetto di ricerca del gruppo.

A nome del Responsabile scientifico Maurizio Polemio e dell’intero staff cogliamo l’occasione di ringraziarla per l’interesse mostrato alle nostre ricerche e ci auguriamo di incontrarla nuovamente per una proficua collaborazione.

A comprehensive approach to the knowledge of the coastal carbonate aquifers of Adriatic and Ionian Seas

Dal 25 al 29 settembre si svolto a Dubrovnik, il 44th Annual Congress of the International Association of Hydrogeologists (IAH) “Groundwater Heritage and Sustainability”, al quale il Gruppo di Idrogeologia ha partecipato alla sessione  “Management of groundwater resources of coastal aquifers” con un lavoro dal titolo “A comprehensive approach to the knowledge of the coastal carbonate aquifers of Adriatic and Ionian Seas“, presentato con una relazione orale da Maurizio Polemio.

 

Sorgente Ombla (NE of Dubrovnik, Croazia)

 

Download abstract

 

Comitato italiano all’ultima assemblea generale degli idrogeologici di tutto il mondo.

Idrogeologi italiani presenti al convegno.

Groundwater signals from climate and droughts. Do they call for human adaptation?

Lo scorso 14 settembre 2017, si è svolto a Matera il III International Workshop “Methods and technologies for environmental monitoring and modelling: emerging signals, risk perception and management“, che ha visto la partecipazione dell’Ing. Maurizio Polemio Responsabile scientifico del Gruppo di Idrogeologia con una presentazione orale dal titolo “Groundwater signals from climate and droughts. Do they call for human adaptation?“.

E’ possibile scaricare alcune slides più significative che sintetizzano i contenuti dell’intervento.

Presentazione

Programma Convegno

Campagne di misura di portata sorgenti

Tra le numerose attività tecnico-scientifiche del Gruppo di Idrogeologia, proseguono le campagne di misura delle portate delle sorgenti costiere in Puglia. In particolare, in questi giorni sono state effettuate le misure di portata della sorgente Fiume Grande (Fasano, BR) e della sorgente Galese (Taranto), alimentate dal principale acquifero pugliese, poste rispettivamente lungo la costa adriatica e ionica.

Sorgente Fiume Grande – Fasano (BR)

 

Sorgente Galeso (TA)

Termocamera (FLIR A655sc )

Recentemente il Gruppo di Idrogeologia si è dotato di un sistema termografico per drone composto da una Termocamera (FLIR A655sc lente 25°) con elevata risoluzione termica e geometrica, controllo termografico svincolato dal pilotaggio, autonomia in volo fino a 40 minuti, ed un Kit termografico con software di gestione DES per drone.

Il Gruppo in questo può operare sia da posizione fissa a terra che da posizione variabile aerea.

La termografia ad infrarossi è una tecnica diagnostica non distruttiva ampiamente conosciuta e di sperimentata efficacia. L’uso della termografia è limitato solo dall’immaginazione di quelli che la usano. Ovunque esista una superficie termica o una temperatura anomala, la Termografia può essere applicata. Tutti gli oggetti, infatti, emettono energia termica e interagiscono con l’ambiente circostante.
Consuete applicazioni idrogeologiche della tecnologia termografica svolte dal Gruppo riguardano gli studi inerenti gli efflussi sorgivi a mare e della presenza dell’acqua nei corpi di frana attiva. Sempre ricorrenti sono invece le applicazioni inerenti le problematiche di inquinamento e/o di smaltimento dei rifiuti. Per quanto meno coerenti con le finalità del Gruppo, vi sono numerosi casi in cui la tecnologia può dimostrarsi determinante in relazione ai problemi inerenti il costruito.

Poiché nelle applicazioni termografiche, servono competenze specifiche sia per l’esecuzione del rilievo sia per l’interpretazione del dato acquisito, il gruppo di idrogeologia si è dotato di figure professionali esperte, qualificate e certificate come Operatori termografici di II livello UNI EN ISO 9712.

1- Esempio di applicazione termografica

2- Esempio di applicazione termografica

3 – Esempio di applicazione termografica

Puglia, la falda sotto stress

Viaggio nella falda pugliese: meno acqua e sempre più inquinata

 

L’ing. Maurizio Polemio ricercatore presso l’IRPI CNR di Bari nonchè responsabile scientifico del Gruppo di Idrogeologia, ha recentemente rilasciato un’intervistai al quotidiano “Corriere del Mezzogiorno” – del 18 agosto 2017 – inerenti il preoccupante stato delle acque sotterranee pugliesi.

Versione online dell’articolo
Articolo estratto del quotidiano del 18 agosto 2017

 

 

Comunicato Stampa IAH Italia del 27 luglio 2017

 

LA RISPOSTA NATURALE ALL’EMERGENZA IDRICA VIENE DALLE FALDE SOTTERRANEE

 

 

 In questo periodo di emergenza idrica nazionale è doveroso sottolineare che la più consistente risorsa idrica del territorio italiano è costituita dalle acque sotterranee che garantiscono l’85% del fabbisogno idropotabile (48% da pozzi e 37% da sorgenti), oltre a coprire una parte significativa delle esigenze agricole e industriali. Pur risentendo della diminuzione delle piogge, la risorsa idrica sotterranea nazionale si rinnova annualmente, per circa 50 miliardi di metri cubi, valore maggiore sia del totale dell’acqua invasata nel Lago di Garda che di quella che il fiume Po scarica in Adriatico in un anno. A questa risorsa si aggiungono riserve profonde non completamente rinnovabili di volume ancora maggiore, nascoste nel sottosuolo delle nostre pianure e delle nostre montagne. L’Italia, in virtù delle caratteristiche idrogeologiche del territorio, possiede quindi un’abbondanza tale di acque sotterranee da rappresentare una risorsa economica inestimabile, anche per la sua ottima qualità naturale, rispetto a quella di corsi d’acqua e laghi, naturali e artificiali.
È quindi logico affermare che l’ottimizzazione dei fabbisogni e consumi idrici nazionali debba prioritariamente passare da un’attenta valutazione e un consapevole utilizzo delle acque sotterranee, oltre che da una corretta politica di risparmio idrico. Gli idrogeologi possiedono e già mettono continuamente a disposizione gli strumenti tecnici e conoscitivi, anche innovativi, per garantire l’uso sostenibile di questa risorsa, in grado per sua natura di mitigare i problemi contingenti creati dalla siccità e di far fronte, entro certi limiti, agli effetti dei cambiamenti climatici e dell’intrusione marina.
Queste condizioni favorevoli consentono di impostare un approccio culturale realmente sostenibile, di applicazione pratica immediata anche in fase di emergenza, senza dover ricorrere alla massima intercettazione possibile dell’acqua defluente nei fiumi, con effetti indesiderati di alterazione degli ecosistemi fluviali, oltre che di cementificazione del territorio e di consumo del suolo.
Invitiamo quindi tutti i soggetti coinvolti, tecnici e politici, istituzionali e privati, a riconsiderare il ruolo centrale delle acque sotterranee e della professionalità degli idrogeologi nella programmazione di interventi a breve e lungo termine, in modo da garantire rapidamente la formulazione di risposte efficaci, nonché economicamente vantaggiose, alle crisi idriche e alle tendenze climatiche che inevitabilmente continueranno ad interessare il nostro Paese.

Associazione Internazionale degli Idrogeologi (IAH), Sezione Italiana
www.iahitaly.it

 

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Geologi e Territorio: The sulphurous waters of thermal springs of Santa Cesarea Terme

THE SULPHUROUS WATERS OF THERMAL SPRINGS OF SANTA CESAREA TERME

Santaloia, L.E. Zuffianò, P.P. Limoni, G. Palladino, D. Liotta, M. Polemio

 

The waters of thermal springs of Santa Cesarea Terme outflow into four partially submerged  karstic caves (Fetida, Solfurea, Gattulla and Solfatara) located at the base of a cliff, about 500m long, along the shoreline. These sulphurous and warm waters (22–33◦C) are currently used for the treatment of pathologies of the locomotor and respiratory system.

The area of ​​the thermal anomaly is circumscribed and falls into the portion of a horst mainly dislocated by the NO-SE, subvertical and transtensive faults which extend to the sea

 

 

Considering the geological and hydrogeological features of the area and the geochemical characteristics of the groundwater, the results of the study indicate that the thermal springs are fed by marine water, having reached Santa Cesarea Terme through a localized fracture network. This affects the evaporitic and carbonatic rocksthat characterize the substratum of the Adriatic Sea in the offshore.

Geologi e territorio, n° 1/2017, pagg. 17-31, 2017. ISSN:1974-1189

Geologi e Territorio: pubblicato un nuovo articolo sulle sorgenti termali di Santa Cesarea Terme

LE ACQUE SULFUREE DELLE SORGENTI TERMALI DI SANTA CESAREA TERME

Santaloia, L.E. Zuffianò, P.P. Limoni, G. Palladino, D. Liotta, M. Polemio

 

Le acque delle sorgenti termali di Santa Cesarea Terme sgorgano in quattro grotte carsico-marine (Fetida, Solfurea, Gattulla e Solfatara) ubicate alla base di un tratto di una falesia, lungo circa 500m. Queste acque, caratterizzate da temperature, in superficie, intorno ai 22-33°C sono attualmente utilizzate per la cura di patologie dell’apparato locomotore e respiratorio.

L’area dell’anomalia termica è circoscritta e ricade nella porzione di un alto strutturale maggiormente dislocato dalle faglie NO-SE, subverticali e transtensive, che si estendono verso mare. Considerando i caratteri geologici ed idrogeologici del territorio, insieme a quelli geochimici delle acque sotterranee, si ritiene che le acque delle sorgenti sulfuree di Santa Cesarea siano alimentate da acque marine, attraverso un sistema di fratturazione profonda presente  nei fondali del Mare Adriatico.

 

Il testo completo dell’articolo è disponibile seguendo questo link:

Geologi e territorio, n° 1/2017, pagg. 17-31, 2017. ISSN:1974-1189.