L’approvvigionamento potabile della popolazione europea è garantito per il 75% dalle acque sotterranee, di cui il 50% proviene da acquiferi carsici, tra i più vulnerabili all’inquinamento. Il ruolo degli acquiferi carsici è ancor più rilevante nel Bacino del Mediterraneo, dove la gran parte di tali acquiferi sono di tipo costiero, ovvero sono soggetti ai rischi di degradazione qualitativa per salinizzazione, quale effetto dell’intrusione marina.
Il progressivo aumento della domanda idrica, via via sempre più concentrata nelle aree costiere, e il calo delle disponibilità, accentuato dal cambiamento climatico, le previsioni del quale indicano un ulteriore peggioramento per i prossimi decenni, non poco allarmano le istituzioni preposte alla gestione e alla duratura salvaguardia delle risorse idriche. Casi di preoccupante degradazione qualitativa e quantitativa sono stati, infatti, già segnalati in Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Albania, Grecia, Turchia, Israele, Egitto, Tunisia, Marocco, Cipro e Malta.
Valorizzando l’esperienza pluridecennale del Gruppo di Idrogeologia (http://hydrogeology.ba.irpi.cnr.it/ ) dell’Istituto di Ricerca per la Protezione idrogeologica nello studio degli acquiferi carsici costieri e dell’intrusione marina, il Sustainable Energy And Water Conservation Unit (SEWCU) del Ministry for Energy and Health (MEH) della Repubblica di Malta ha sottoscritto con il CNR-IRPI l’Accordo di Cooperazione “Formulation of a framework to guide the development of a numerical groundwater model to estimate the sustainable yield of the mean sea level aquifer system”.
Il Ministero Maltese per l’Energia e la Salute sta redigendo il II Piano di Gestione dei bacini idrografici nell’ambito del processo di attuazione della direttiva quadro sulle acque dell’Unione Eureopea. Questo processo persegue l’adozione delle misure necessarie a preservare lo stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee, con l’obiettivo di garantire il raggiungimento duraturo di un buono stato di qualità della risorsa idrica. Il pieno raggiungimento di tale obiettivo è particolarmente complesso per Malta, visto che essa dispone, quali risorse naturali, quasi esclusivamente di risorse idriche sotterranee, provenienti da un vasto acquifero carsico costiero.
Lo scopo finale della collaborazione è l’ultimazione di uno studio accurato delle risorse idriche sotterranee maltesi e la definizione dello safe yield, ovvero delle modalità per il prelievo della massima quantità di risorsa nel rispetto duraturo dei requisiti qualitativi, tenuto conto dei futuri scenari di cambiamento climatico, che comportano condizioni di maggiore rischio per il futuro. Scopi questi che saranno perseguiti dallo staff italiano infine mediante la modellazione idrogeologica numerica dell’acquifero costiero maltese.
Dal 13 al 15 luglio si è svolto il secondo meeting del progetto, tenutosi presso la sede di Bari dell’IRPI. Durante il meeting la delegazione governativa maltese ha preso diretta visione delle metodologie adottate dallo staff italiano, dei casi di studio già ultimati, anche mediante una dettagliata visita tecnica svolta in alcune aree degli acquiferi costieri della Puglia.
Durante il meeting è stato altresì ufficializzato il I Technical Report of progress, redatto dallo staff italiano, che ha messo in luce le peculiarità degli acquiferi maltesi e ha delineato le caratteristiche delle campagne di rilievi che occorrerà effettuare per la più accurata definizione del modello idrogeologico dell’acquifero costiero maltese.
Vedi anche : http://www.cnr.it/news/index/news/id/6158