Con il sopraggiungere dell’autunno, l’arrivo delle prime piogge è sempre stato considerato una salvezza per i terreni assetati e i torrenti prosciugati. Tuttavia ora con l’estesa urbanizzazione, l’impermeabilizzazione e il consumo di suolo, questi eventi atmosferici rischiano di diventare un pericolo. Per capire il perché, abbiamo chiesto chiarimenti a Maurizio Polemio, dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr, che di recente ha pubblicato i risultati di uno studio, che fonde l’analisi spaziale con quella temporale e in cui si confronta il trend degli eventi catastrofici idrogeologici con le modificazioni climatiche e l’antropizzazione, con particolare riferimento alla Calabria e alla Puglia. “Sono stati utilizzati dati raccolti a partire dal XIX secolo fino ai giorni nostri, considerando il numero di frane e di piene catastrofiche, la piovosità di diversa durata, la temperatura atmosferica, il numero di giorni piovosi e le modificazioni dell’uso del suolo, soprattutto l’estensione delle aree disboscate e urbanizzate”, spiega Polemio.
Il testo integrale dell’articolo è disponibile sull’Almanacco della Scienza, mensile a cura dell’Ufficio stampa del CNR, al seguente link:
Testo articolo Almanacco della Scienza n. 11 del 18 novembre 2015